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PIR - Piano individuale di Risparmio

Che cos'è il PIR

 

Con la Legge di Bilancio (definita anche Legge di Stabilità 2017) viene introdotto il regime di esenzione delle imposte sul capital gain da redditi di capitale e redditi diversi per i Piani Individuali di Risparmio (PIR). Il regime di esenzione viene previsto ai commi 110-114 dell'articolo unico della Legge di Bilancio 2017.
L'obiettivo del provvedimento di Legge è quello di canalizzare parte del risparmio delle famiglie (attualmente circa 4.000 Miliardi di Euro) verso investimenti produttivi di lungo termine, favorendo in questo modo la crescita del sistema imprenditoriale italiano. 
Il PIR, a cinque mesi dal suo lancio, ha già superato ogni più rosea aspettativa di raccolta immaginata dal Mef e dal Ministro Padoan, raggiungendo la ragguardevole somma di oltre 4 Miliardi di Euro ad oggi e con la seria possibilità di raggiungere a Dicembre quota 10 Miliardi di Euro. Tenendo conto che l'obiettivo dichiarato del Tesoro era di raccogliere 16-18 Miliardi in cinque Anni, ci si rende conto della portata del successo dei PIR.
                            

Regole ed opportunità dei PIR


1. COSA SONO I PIANI INDIVIDUALI DI RISPARMIO (PIR)?

Un Piano Individuale di Risparmio si può considerare come un "contenitore fiscale" di strumenti finanziari ( sotto forma di OICR, gestione patrimoniale, contratto di assicurazione, deposito titoli che permette ai risparmiatori (persone fisiche) di usufruire di interessanti incentivazioni fiscali vincolate al rispetto di determinate condizioni.

2. QUALI SONO I VANTAGGI FISCALI?

a. Esenzione dell'imposta sul Capital Gain, ovvero esenzione delle tasse sulle rendite finanziarie (cedole, dividendi e guadagni in conto capitale),pari al 26% per azioni o obbligazioni e del 12.5% per titoli di Stato in White List.


b. Esenzione dall'imposta di successione in caso di trasferimento mortis causa degli strumenti detenuti nel piano al momento dell'evento.

3. COME USUFRUIRE DEI VANTAGGI FISCALI PREVISTI DAI PIR?
Per poter usufruire dell'incentivazione fiscale i risparmiatori devono:
a. essere persone fisiche residenti in Italia
b. investire al massimo 30 mila euro l'anno  e fino ad un massimo di 150mila euro complessivamente versati sul piano
c. restare investiti per almeno 5 anni
d. investire sul «Sistema Italia» rispettando le indicazioni della normativa vigente in  termini di composizione dell'investimento.

4. QUALI SONO I REQUISITI DELL'INVESTIMENTO PIR?

Per essere riconosciuto come PIR il contenitore finanziario deve :

Investire almeno il 70% del capitale in strumenti finanziari (azioni e obbligazioni, quotate e non) emessi da società italiane o da società europee con un'organizzazione stabile in Italia e di questo almeno il 30% deve essere di società diverse da quelle del FTSE MIB (ovvero il 21% del capitale destinato ad investimento qualificato), mentre per il restante 30% l'investimento è libero e può essere investito in qualsiasi strumento finanziario (compresa la liquidità)

La quota massima investita in strumenti finanziari emessi da una stessa società non può superare il 10% del patrimonio totale del PIR.

In sintesi, ci troviamo difronte ad uno strumento nuovo sul panorama economico e finanziario italiano che sta dando già i suoi frutti, sostenendo la crescita del mercato finanziario italiano in maniera del tutto scollegata da quello Europeo. Uno strumento che sta iniettando nei mercati domestici liquidità che fino a ieri era destinata ad altri mercati ed altri strumenti finanziari. Soprattutto è uno strumento che sta creando un canale di finanziamento per le piccole e medie imprese italiane, alternativo al sistema bancario, che troppe volte è mancato.

Siamo difronte alla reale possibilità di disintermediare il rapporto tra imprese e banche, creando un filo diretto tra economia reale e capitale finanziario.
Personalmente trovo lo strumento interessante e utile, ma come tutte le cose va utilizzato ed in particolare va sottoscritto con attenzione.

Elementi essenziali da conoscere e valutare per una scelta consapevole e razionale sono:

Il grado di rischiosità del PIR, che per i requisiti stessi di partecipazione avrà sicuramente una rischiosità alta, dovuta per esempio al rischio di illiquidità di alcuni tipi di investimenti o ancora, legati al rischio specifico del paese Italia o Europa, etc..

L' orizzonte temporale del PIR che è da considerarsi di lungo periodo, almeno 5 Anni per l'ottenimento dell'incentivo, ma nulla vieta l'investitore di tenerlo anche oltre .

Il costo del "contenitore" PIR che posso ridurre o eliminare i benefici fiscali a 5 anni dello strumento stesso. Molta attenzione va posta soprattutto a 3 voci: Le commissioni di sottoscrizione, le commissioni di gestione annua e le commissioni di Performance.

L'affidabilità del gestore del PIR risulta essere fondamentale, visto che, il rapporto tra cliente e gestore è esclusivo e vincolante per legge, infatti il cliente può sottoscrivere con un unico intermediario il PIR e non ha la possibilità di trasferirlo presso altri, se non con il rimborso dello stesso e la risottoscrizione di un nuovo PIR con l'inevitabile ripartenza dei 5 anni minimi di permanenza nel contenitore. Percui la scelta dell'intermediario risulta essere fondamentale per una buona riuscita dell'operazione.